Morta l’avvocata curda Ebru Timtik
Dopo 238 giorni passati in sciopero della fame, l’avvocata curda Ebru Timtik è morta. Giovedì 27 agosto, alle 21:00, il cuore che batteva nel suo corpo ormai ridotto a pesare 30 chili ha smesso di battere. Il 2 gennaio scorso Ebru aveva deciso di iniziare lo sciopero della fame per protestare contro un processo ingiusto che l’aveva condannata a scontare 13 anni e mezzo di prigione. Lei e altr* 17 collegh*, facenti parte dell’Associazione degli Avvocati Progressisti, erano e sono tuttora accusat* di solidarizzare con un gruppo terroristico. La sentenza pronunciata contro di lei si basava su una singola testimonianza anonima d’accusa; è probabile, però, che il reale motivo della detenzione, seppure mai esplicitamente menzionato, sia da ricondurre all’attività dell’avvocata in difesa di Berkin Elvan, un ragazzo curdo ucciso con un colpo di lacrimogeno sparato da un agente di polizia nel 2014, durante le proteste di Gezi Park. L’uccisione del quindicenne, avvenuta mentre quest’ultimo stava andando a comprare il pane, è stata seguita da numerose proteste ed è divenuta oggetto di una grande attenzione mediatica, anche a fronte delle diffamatorie dichiarazioni del presidente Erdoğan. In assetto antisommossa, gli agenti dello stato turco hanno impedito lo svolgimento della marcia di protesta che accompagnava il suo corpo, sequestrandolo fino ad avvenuta sepoltura. Dopo aver circondato il cimitero, la polizia ha attaccato tutte le persone riunite per portarle un ultimo saluto, lanciando lacrimogeni e proiettili di gomma.
Attivist*, giornalist*, insegnanti, studenti, intellettuali, politic*, musicist*, nessun* è esclus*: sono migliaia le prigioniere e i prigionieri politic* e d’opinione rinchius* nelle affollatissime carceri turche. Ebru non è la prima a lasciarsi morire all’interno di un sistema che imbastisce processi sulla base di accuse-farsa al solo scopo di silenziare e alienare socialmente chiunque non contribuisca al mantenimento dell’autorità repressiva e criminale dello stato turco. Lo sciopero della fame, forma di protesta storicamente adottata dalle popolazioni del Kurdistan e da tutt* coloro che si esprimono in solidarietà con esse, ha condotto in tempi recenti alla morte di Helin Bölek, İbrahim Gökçek e Mustafa Koçak (musicist* dei Grup Yorum).
Siamo vicin* a tutt* le/i familiari e amic* delle vittime della dittatura di Erdogan, che ha tra le sue armi principali l’occultamento di quelle voci che si levano per denunciarne le politiche criminali; siamo vicin* alle prigioniere e ai prigionieri politic* nelle carceri turche e a tutte le persone che, in questo momento, stanno portando avanti lo sciopero della fame. Ci stringiamo attorno a Aytac Ünsal, collega condannato insieme a Ebru a sua volta in sciopero della fame da più di 200 giorni, e a Barkin Timtik, sua sorella, avvocata detenuta a Silivri alla quale è stato impedito di prendere parte ai funerali.
Ebru Timtik è immortale.